Oggi luogo di pace e silenzio, l’area dei Colli Alti, perno di collegamento tra il Massiccio del Grappa e l’Altopiano di Asiago, è stata teatro di sanguinosi combattimenti: era stata individuata come terreno di penetrazione dagli austro-ungarici, che qui furono fermati nell’estate 1918. Di quei giorni terribili e funesti resta traccia nelle trincee di San Giovanni, nel Museo Favero che propone “pezzi” della vita al fronte, nella chiesa del XVIII secolo che ospitava un osservatorio militare.
Le linee di trincee che si trovano di fronte all'albergo San Giovanni, facevano parte della linea Bianca, che rappresentava il sistema difensivo posto immediatamente dietro le linee di vedetta. Per questo motivo durante la Grande Guerra, nel periodo fra il novembre del 1917 e il novembre dell’anno successivo, fu teatro degli scontri più aspri.
Anche l'edificio religioso di questa piccola frazione, suo malgrado, fu coinvolto nelle vicende belliche. La costruzione della chiesa risale al 1737 per volontà di don Francesco Reato, arciprete di Solagna. Durante la Grande Guerra proprio l’edificio religioso ospitava sul campanile, in posizione nascosta, un osservatorio con una visuale strategica sulle linee austro-ungariche, specie quelle che si trovavano nella dorsale del Monte Asolone.
Oggetti di uso comune appartenuti ai soldati, attrezzature utilizzate in trincea e divise: il piccolo museo allestito nell’albergo San Giovanni, iniziato grazie al frutto dell’instancabile e appassionato lavoro di ricerca ad opera del collezionista Roberto Favero, propone “pezzi” di vita al fronte.