Oro verde: così veniva chiamato dai veneziani, al tempo della Serenissima Repubblica di Venezia, il rinomato pisello ("biso" in dialetto) di Borso.
La sua particolare dolcezza è tale da averlo reso una vera istituzione; tradizione vuole infatti che il famoso piatto "Risi e Bisi" venisse offerto al Doge in occasione della festa di San Marco, il 25 aprile.

Il Biso di Borso si distingue dagli altri piselli in commercio perchè meno acquoso, dal sapore più concentrato e più dolce. La giacitura e la tipologia dei terreni (sciolti e con pH leggermente alcalino) svolgono un ruolo fondamentale nel determinarne le caratteristiche organolettiche: sui fertili terreni alluvionali del versante sud del Massiccio del Grappa, infatti, le colture sono protette dalla montagna e godono di un clima particolarmente mite.
Se verso la fine del processo di maturazione viene a mancare l'acqua, il raccolto viene compromesso. In questi casi... "Adio bisi!" è l'espressione usata dai locali, che ben trasmette il concetto di "grande sventura".

Da decenni esiste un rigido disciplinare che vincola produzione, raccolta e commercializzazione di questo prodotto: la produzione avviene esclusivamente nel territorio di Borso del Grappa e il metodo di coltivazione naturale non impiega sostanze chimiche di sintesi, nè pesticidi; inoltre la raccolta si effettua durante la prima quindicina di giugno e la selezione dei baccelli è fatta ancora manualmente. La vendita avviene solitamente in cassette da 5kg riportanti il marchio di qualità, i dati relativi all'azienda produttrice e la data di raccolta, garantendo così la freschezza del prodotto.